mercoledì 20 febbraio 2008

Propensione al rischio, notifiche di mercato, immobili e potere decisionale.

Avrei una o più domande sulla propensione al rischio, ovvero sulla disponibilità di un investitore ad accettare il rischio connesso all'investimento:
1) E' prassi dell'istituto chiedere al/ai cliente/i titolare/i del rapporto la propensione al rischio al fine di notificare eventuali incompatibilità all'atto di compravendita?
2) Se si, in che modo viene classificato il rischio?

3)Per quel che riguarda il monitoraggio degli investimenti, è facoltà dei clienti chiedere di essere avvisati qualora un dato titolo/fondo superi una certa soglia (negativa o positiva)?

4)L'istituto può affittare/vendere/acquistare gli immobili per conto dei titolari del rapporto?

5)Come viene amministrato il potere decisionale sui rapporti cointestati? All'unanimità o a maggioranza?

3 commenti:

Giacomo Succi ha detto...

Se il committente non ce ne ha parlato, credo, che ai fini del nostro progetto sia irrilevante. Ma come ben sappiamo sarà il committente stesso ad avere l'ultima parola.

Giuseppe Pitta ha detto...

Io credo che il committente non ci abbia detto nemmeno la metà di quel che vorrebbe, ma per il nostro bene spero di sbagliarmi.
In ogni caso non mi preoccupa ciò che dice ma ciò che non dice.

Visto che ci si ispira ad un sottoinsieme della realtà meglio fugare subito ogni dubbio piuttosto che fare ritocchini poi..

Il committente ha parlato del dossier titoli, in Italia per legge è obbligatorio comunicare alla banca la propria propensione al rischio.

Il committente ha parlato di andamento dell'investimento e ha accennato all'aggiornamento periodico sul valore dei titoli.
Uno degli strumenti più gettonati che offrono le banche sono le notifiche di mercato ed eventualmente gli ordini condizionati (se un titolo supera X allora vendi/acquista etc etc)

(Visto che il corso è già pesante di suo e ridursi all'ultimo momento lo fa diventare ancor di più a volte giocare d'anticipo non guasta)

Carlo Sartiani ha detto...

Prima di fornire le risposte alle vostre domande, vi ricordo che stiamo trattando un sottoinsieme semplificato della realtà di interesse, ergo alcuni aspetti potranno risultare poco realistici.

1) Non ci interessa gestire la propensione al rischio e gli adempimenti imposti dalla direttiva MIFID.

2) Non gestendo la propensione al rischio, non dobbiamo neppure classificare il rischio.

3) Il nostro istituto gestice patrimoni relativamenti stabili; ergo, non sono previsti allarmi relativi al valore dei titoli o dei fondi.

4) Assumeremo che l'istituto possa acquisire o vendere immobili per conto del cliente; per ragioni di semplicità, ignoreremo gli affitti.

5) Assumeremo che i rapporti cointestati siano a firma congiunta e che, quindi, tutte le decisioni debbano essere prese all'unanimità.